Come forse già è noto a tutti i lettori di questo blog l’eco del malcontento ormai diffuso tra i genitori dei ragazzi (e che si esprime prevalentemente su Basket Café) è giunto finalmente alle sensibili orecchie dei massimi rappresentanti della Società, tant’è che sul sito ufficiale è comparso il seguente comunicato del Presidente della Libertas, Giovanni Pardini:
Comunicato del presidente Giovanni Pardini
Sono abituato ormai ad affrontare situazioni ben più difficili ma
onestamente rimango stupito rispetto a quello che sento dire in merito alle
critiche sulla società che mi onoro di rappresentare. Comprendo sicuramente che
spesso coloro che non sono dentro alla Libertas non sanno esattamente tutte le
questioni, ma parlare con superficialità credo che sia un danno per tutti.
Ricordo che due anni e mezzo fa sono stato chiamato dall'amico Massimo
Giusti , dimessosi dopo alcuni mesi , che mi pregò di dare una mano alla
Liburnia Libertas perché c'erano diversi problemi da risolvere , dopo averci
pensato un po' decisi di prendermi la massima responsabilità trovando purtroppo
una situazione strutturalmente deficitaria ma, come è mia consuetudine non
perdendomi di coraggio, attraverso la mia esperienza gestionale e amministrativa, le mie relazioni sociali, rinnovando totalmente il consiglio direttivo con
nuovi amici ho avviato un percorso di risanamento ineludibile che prevede il
mantenimento degli impegni con tutti coloro che collaborano o che hanno
rapporti con la Società. Devo dire che grazie ad alcuni amici imprenditori che
ringrazio, alla famiglia D'Alesio, a coloro che ogni giorno danno una mano in
Libertas non solo la situazione è sotto controllo ma presenta tutti i
presupposti per un presente ed un futuro positivo .
Innegabili alcuni risultati importanti quali il record di iscritti nel
minibasket, i successi di partecipazione nei nostri Tornei Boris e D'Alesio,
sul versante agonistico con i nostri giovani convocati in nazionale come
Giovanni Lenti e altri ragazzi promettenti che si sono distinti nella nostra
prima squadra come Artioli, Pasquinelli, Caparrini e Tellini.
Mi dispiace dover sentire ricordare le stagioni gloriose di Boris e
altri storici personaggi della Libertas, magari poi ci si dimenticano le
stagioni dei fallimenti economici societari e delle sinergie, ma quello che
forse non si è capito è che con la Liburnia Libertas è iniziata un'altra
stagione che guarda avanti, una società che deve tener di conto degli
equilibri amministrativi e gestionali, che deve sicuramente migliorare
l'organizzazione, gli aspetti logistici e tecnici, la programmazione, che ha
bisogno di persone che remino tutte nella stessa direzione. Coloro che non
hanno capito questo percorso che stiamo pazientemente costruendo vuol dire che
ancora tendono a vivere di ricordi o peggio a sopravvivere insieme ai fantasmi
del passato.
Ritengo, al di là delle
valutazioni che si possono dare circa i contenuti di questo Comunicato, che il
semplice fatto che il Presidente si sia sentito in dovere d’intervenire in
prima persona sia da considerarsi positivo. Ritengo inoltre doveroso tentare di proseguire
quest’abbozzo di dialogo a distanza e quindi, pur senza nutrire alcuna pretesa
né ambizione di rappresentare in alcun modo altri che non me stesso, vorrei
cogliere l’occasione per illustrare alcuni motivi del profondo malessere che
stiamo vivendo nella nostra qualità di “genitori-tifosi-sostenitori” della
Libertas Liburnia, proprio prendendo spunto dalle parole del Presidente.
A mio avviso il punto su cui ruota
tutta la questione è infatti rappresentato dal percorso di risanamento
ineludibile cui il Presidente
fa riferimento. E che ha preso il via da poco meno di un anno, attraverso la
ricerca di introiti diversi da quelli fino allora in auge (versamenti dei
genitori e sponsorizzazioni). L’attuale Consiglio sta quindi tentando, sul
modello del Don Bosco, di valorizzare i più dotati e futuribili tra giocatori in vista di ricavarne (tra parametri
e cartellini) un nuovo cespite di entrate. Tale meccanismo sembra al momento destinato
a scattare proprio in concomitanza con il passaggio dai Campionati “per annata”
ai Campionati che accorpano più annate, ma non si può escludere che in futuro
tale impostazione venga anticipata. Significativo al riguardo il seguente
paragrafo “Innegabili alcuni risultati
importanti quali il record di iscritti nel minibasket, i successi di
partecipazione nei nostri Tornei Boris e D'Alesio, sul versante agonistico con
i nostri giovani convocati in nazionale come Giovanni Lenti e altri ragazzi
promettenti che si sono distinti nella nostra prima squadra come Artioli,
Pasquinelli, Caparrini e Tellini” che ho voluto riproporre per evidenziare
come vengano menzionate le positive performances individuali piuttosto che i successi
ottenuti collettivamente (e che tuttavia ritengo abbiano avuto non poca
influenza sul tanto e giustamente enfatizzato record di iscritti al minibasket).
Proprio qui risiede, io credo, Il
nodo della questione: quale
soddisfazione, al di là di una generica contentezza, dovrebbero mai provare
quanti non si chiamano né Lenti, né Artioli, né Pasquinelli, né Caparrini, né Tellini?
E che tuttavia, allo stesso titolo di questi ultimi, versano puntualmente le
loro quote? In altre parole, se la Società antepone la necessità di valorizzare
alcuni giocatori all’ottenimento di risultati “di Squadra”, come ci si può
aspettare che i genitori dei “non inclusi” siano soddisfatti? Ora, considerato che
le fin troppo ovvie risposte “valorizzare
alcuni giocatori non significa sacrificare gli altri” o "la valorizzazione degli individui non pregiudica i risultati del gruppo" finora non hanno trovato alcun riscontro
in campo, con conseguente crollo del morale dei giocatori e dello “spirito di
Squadra”, le domande che mi pongo e che pongo all'attenzione di noi tutti sono:
“Era proprio questa (la cosiddetta "donboschizzazione") l’unica via percorribile?”
“C’è qualcosa che si può fare adesso per rimediare all’incrinatura creatasi
nel rapporto di fiducia tra Società e genitori? E quale priorità viene
assegnata dalla Società alla ricerca di una soluzione a tale problema?”
La risposta alla tua prima domanda è già stata data a luglio quando al rientro da Caserta è spuntata l'idea sconcertante della Società di trasformare una splendida Società come la Libertas in un brutto esempio di come si possa concepire lo sport giovanile sul modello Don Bosco.. no, non era l'unica via percorribile!!!
RispondiEliminaE la risposta alle altre due domande temo che sia ancora più triste e disarmante : qualunque cosa si possa fare per rimediare a quella incrinatura metterebbe in discussione le decisioni della Società, pertanto la priorità è zero perché per la Società è un non problema...